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Trento, 11 febbraio 2015
IL VALORE DELLA DOPPIA PREFERENZA
di Lucia Coppola
da l’Adige di mercoledì 11 febbraio 2015

Decisamente non è un buon momento in Trentino per il tema dei diritti civili. Dalla discussione ancora in corso relativa alla legge di civiltà contro l'omofobia, al il recepimento della legge nazionale 215 sulla doppia preferenza di genere, il centro-destra, con una visione retriva e fuori dal tempo, impedisce di fatto che il Consiglio provinciale faccia il suo lavoro, che è quello di tutelare tutti i suoi cittadini e le sue cittadine.

Si parla di rispetto, tutela, pari dignità, informazione, formazione dei cittadini, civismo, uguaglianza di opportunità.

Riguardo al tema della doppia preferenza di genere, nessuno si aspettava una tale pervicace e tenace ostilità che, unita alla mancanza di sensibilità nei confronti di un tema così importante, già ampiamente presente nel dibattito politico della scorsa legislatura, rischia di paralizzare il consiglio e soprattutto di far arretrare la nostra provincia rispetto al resto d'Italia e d'Europa.

Questa azione legislativa, richiesta a gran voce da tante donne impegnate in politica, nel sociale e nel mondo delle professioni, ma anche da una fetta consistente e significativa della società civile di ambedue i generi, ritiene, e a ragione, che i tempi siano ormai maturi per un riequilibrio nella rappresentanza.

Tante aspettative erano riposte in questa nuova legislatura, che purtroppo sta deludendo tante elettrici ed elettori consapevoli di un gap di rappresentanza da colmare e di una disuguaglianza che è sotto gli occhi di tutti e che, puntuale, si è presentata anche in occasione delle ultime elezioni provinciali, dove bene poche sono state le donne elette.

I numeri nei Comuni trentini e nel Consiglio Provinciale purtroppo parlano da soli e dovrebbero essere le stesse donne della coalizione di centro-destra a lavorare nei loro rispettivi partiti per un avanzamento culturale oltre che politico al passo coi tempi.

Non si tratta, evidentemente, di avvantaggiare nessuno ma solo di far sì che le istituzioni siano davvero rappresentative della società che dovrebbero rispecchiare. Il senso chiaro del doppio voto di genere è quello di ristabilire un rapporto onesto tra le donne e la loro rappresentanza politico-istituzionale, proprio con l'espressione del voto a due candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della seconda preferenza.

E' evidente infatti la necessità, ormai improrogabile, di predisporre misure che permettano di incentivare l'accesso alle donne in un quadro istituzionale nel quale sono fortemente sotto rappresentate. Di per sé, la doppia preferenza non va neppure confusa con le “quote rosa”, è una scelta “secca” che viene data per esprimere un voto equo (e solidale...) che tenga conto della presenza in questo mondo di due generi.

L'articolo 51 della Costituzione prevede “uguaglianza nell'accesso alle cariche elettive”, quindi non soltanto parità, pure importante, nella composizione delle liste, ma anche meccanismi puntuali che favoriscano la parità di elette, come sottolineato dalla Conferenza degli organismi di Pari Opportunità regionali e provinciali di Trento e Bolzano. La Regione Campania che per prima in Italia ha adottato questo meccanismo, nel 2009, ha raggiunto subito esiti positivi: le donne in Consiglio Regionale sono passate da 2 a 14, con una rappresentanza femminile che è aumentata del 20%.

Ritengo questa “forzatura” necessaria e importante perché, nonostante la parità tra i generi sancita dalla nostra Costituzione e il suffragio universale, nonostante le battaglie delle donne e delle loro associazioni fuori e dentro le istituzioni, il loro ruolo fondamentale nella famiglia, nel lavoro, nelle professioni, nella ricerca e nella cultura, il nostro paese e anche la nostra provincia e regione pagano un prezzo troppo alto a questa assenza ingiusta e ingiustificata.

Vi è un deficit di rappresentanza nei luoghi dove si fa politica, dove si decide il governo del territorio nel quale le donne rivestono un ruolo così essenziale e importante.

E' una discriminazione che emargina e penalizza le donne, che danneggia la società nel suo insieme privandola del punto di vista, dei saperi, delle storie, dell'impegno delle donne.

E' necessario richiamare tutto il Consiglio provinciale al rispetto concreto e non solo a parole delle donne. La volontà di rinnovare davvero la politica non può prescindere da una reale e non virtuale parità di genere che vede nella doppia preferenza un punto di forza irrinunciabile.

Ed è importante che questa norma di civiltà e di diritto possa essere attuata già nelle prossime elezioni comunali di maggio.

Lucia Coppola
consigliere comunale a Trento, co-portavoce dei Verdi del Trentino

 

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